Europa, solidarietà, democrazia per una nuova sinistra (di Michele Perrone)


Al di là della diatriba contingente sui migranti che il nostro Paese sta vivendo, è opportuna una seria riflessione sul momento politico che stiamo attraversando. È innegabile che questo è un governo di destra, populista ed attento più che mai a cogliere i desiderata della pancia del Paese. È innegabile che Salvini stia cavalcando l'onda delle paure della gente per lo straniero. È altrettanto innegabile che questo sentimento non sia diffuso solo in Italia, ma abbia profonde radici dappertutto e che le destre ne fanno il loro cavallo di battaglia per ritornare al potere. Basta pensare alla vittoria elettorale di Trump, una vittoria che alla vigilia nessuno avrebbe ipotizzato ed alla quale il muro con il Messico ha fornito un contributo notevole. Ma questo governo, come tutti i governi democraticamente eletti, va riconosciuto e giudicato sulla base di ciò che farà. Nell'interesse del Paese, speriamo che veramente abbiano risoluzione i problemi che lo attanagliano; una aspettativa del tanto peggio tanto meglio non ci appartiene.
Fatte queste precisazioni doverose, dobbiamo constatare che manca in questo momento al Paese un partito della sinistra italiana. Non illuda il risultato delle amministrative che può aver offerto minimi segnali incoraggianti, ma che non bastano. La sinistra italiana ha perso il contatto con i suoi elettori moltissimi dei quali, soprattutto al Sud, sono trasmigrati nei Cinquestelle ed anzi ne sono divenuti non solo i più accesi sostenitori ma anche i più feroci detrattori della sinistra. In presenza di una sconfitta, l'errore più madornale che si possa compiere è quello di ritenere che chi ha votato diversamente sia uno sciocco, mentre invece occorre fare una seria autocritica al proprio interno per comprendere dove si sia sbagliato.
Io personalmente credo, pur non essendo un renziano, che Renzi abbia tentato di proporre qualcosa di nuovo, una sinistra più europea, e sia crollato non tanto sul programma realizzato – sostenere che tutto quanto è stato fatto in questi ultimi cinque anni abbia aggravato le condizioni del Paese mi sembra non solo ingiusto, ma storicamente inesatto - quanto su un certo modo di porsi all'elettorato. Quella sua aria da bullo non gli ha giovato, così come il non aver saputo gestire i rapporti all'interno del suo partito. L'errore fondamentale, poi, lo ha commesso sul referendum intestandoselo come proprio, facendolo passare come assenso a se stesso ed alla sua politica e facendo il gioco di chi, all'esterno ed all'intero, non vedeva l'ora di impallinarlo. Ma il suo progetto di un partito della sinistra moderno, europeo, a mio parere era valido; sennonché bisogna prendere atto che il messaggio, con tutte le sue ombre, non è passato sicché Renzi non è più spendibile e come in tutti i sistemi politici democratici deve farsi da parte. Dunque, si tratta di ripensare ad un partito della sinistra la cui esistenza è fondamentale per il Paese. Sono consapevole che attualmente vi è tutta una serie di iniziative in merito, sia a livello nazionale che a livello locale e non presumo che una piccola realtà come FoggiaInsieme abbia i requisiti per poter risolvere un simile problema. Ma qui occorre l'apporto di tutti, di tutti coloro che si riconoscono in posizioni di sinistra come noi. Qui occorre ripartire da tre parole chiave che sono, a mio parere: Europa, solidarietà, democrazia.
Europa: non c'è futuro dell'Italia fuori dall'Europa, e questo sia per quel che riguarda l'unione monetaria sia soprattutto più in generale l'assetto politico. Ritenere che si possano affrontare le sfide che il mondo propone ogni giorno – sfide economiche, sociali, politiche - da singolo Stato mi pare utopistico. Certo, pretendiamo rispetto: ma il rispetto lo si ottiene con i comportamenti, perché non basta richiederlo. Cambiamo le condotte di questo Paese, facciamo una valida lotta alla criminalità organizzata, assumiamo iniziative valide contro la corruzione imperante, puniamo rigorosamente chi si macchia di reati contro la pubblica amministrazione licenziando i corrotti, escludendo dagli appalti pubblici i corruttori, facciamo funzionare l'apparato pubblico in maniera efficace per tutti i cittadini, non tolleriamo scorciatoie per gli amici degli amici. Facciamo di questo Paese un paese normale, in cui si trattino i cittadini in egual maniera, e non vi sia chi é più eguale di altri. Solo così potremo pretendere rispetto dagli altri Paesi.
Solidarietà: un popolo che non abbia una attenzione maggiore verso chi ne ha più bisogno, verso le classi più deboli economicamente, socialmente e culturalmente, è un popolo senza futuro.
Una nazione che non tuteli l'orfano e la vedova, l'ammalato ed il povero non può chiamarsi civile. Ed oggi in Italia la povertà tocca purtroppo un numero considerevole di famiglie, soprattutto al Sud.
Democrazia : l'ultima parola chiave deve essere il contenitore entro cui la vita della Nazione deve svolgersi. Elemento fondamentale della democrazia è la possibilità per tutti di esprimere le proprie idee, il proprio assenso o dissenso, senza essere demonizzato dagli avversari.
È l'obbligo, soprattutto per chi governa, di tendere alla pacificazione del Paese perché si governa in nome di tutti e per tutti i cittadini, di chi ci ha votato come di chi non ci ha votato.
È l'impegno da una parte e dall'altra a smetterla con la campagna elettorale permanente, con la fomentazione delle piazze. Mi fa sorridere Grillo quando accusa gli altri, soprattutto il PD, di ricorrere alle invettive, alle menzogne nella critica politica, quando per dieci anni non ha fatto altro.
Credo che su questi concetti basilari si debba ricostruire la sinistra, una sinistra unita, coesa, in cui tutte le anime siano rappresentate e rispettate ma nella quale alla fine le linee di chi è maggioranza prevalgano perché anche questo è democrazia.
Su questi concetti si impegnerà nei prossimi mesi FoggiaInsieme, con una differenza sostanziale tra noi e tutti coloro che si propongono di rifondare il PD. Ho l'impressione che costoro guardino di più all'aspetto organizzativo a fini elettorali. A noi interessa invece l'aspetto culturale, politico, perché questo è il punto di partenza, da cui pensare anche ad una ristrutturazione organizzativa. Se non si hanno delle idee, una linea politica da proporre, su che cosa si vuole chiedere il consenso? Bisogna dare alla gente un messaggio, un programma chiaro, una linea politica, altrimenti le si chiede un atto di fede.
Su questo piano, FoggiaInsieme sarà presente nel dibattito in atto, senza velleità elettorali e senza ambizioni di potere.
Michele Perrone

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