Quarant'anni fa il rapimento di Aldo Moro (di Michele Perrone)


Per i quarant'anni dal sequestro Moro vi sono state molte rievocazioni sia televisive che sulla carta stampata, tutte interessanti. Io però voglio ricordare come l'ho vissuto io quel periodo e ciò che ha significato per noi che siamo stati testimoni. E mi ricordo che quella mattina ero in Tribunale quando fummo raggiunti dalla notizia. L'attività giudiziaria si fermò e tutti cercammo di saperne di più; eravamo come storditi, sbalorditi dalla enormità dell'attacco. Ma fu anche qualcuno che commentava tra lo stupito e l'ammirato la "geometrica potenza di fuoco ". Man mano che le ore passavano ci rendevamo conto della gravità dell'accaduto e soprattutto delle conseguenze che avrebbe avuto per il Paese. Si cominciò ad avere contezza degli agenti morti. Iniziò dunque quel lunghissimo arco dì giorni scadenzato dai comunicati delle BR e dalle indagini sommarie, sconclusionate, che vedevano la partecipazione di apparati dello Stato ma anche di veggenti, chiromanti, e tutti avevano le loro teorie, tutti indicavano i luoghi dove Moro sarebbe stato tenuto prigioniero. E mi ricordo dell'intervento del Papa, della sua lettera ai brigatisti. Ogni giorno che passava, però, si faceva strada in tutti noi la consapevolezza che, pur comprendendo lo strazio della famiglia, non si poteva addivenire a patti con le BR perché avrebbe significato il loro riconoscimento politico ed avrebbe aperto scenari inimmaginabili.
E mi ricordo di Roma in quel periodo: non la riconoscevo più la mia città sempre piena di gente, di vita ad ogni ora del giorno e della notte, per strada già dalle otto di sera non c'era nessuno, i locali pubblici erano sbarrati, per entrare in albergo dovevi farti riconoscere dal portiere, per strada gli unici rumori erano le sirene delle volanti.
Quando poi giunse la notizia del ritrovamento del cadavere di Moro, ero in studio dall'avvocato Romualdo La Porta. Gli dissi che dovevo andare via e mi ritrovai nel corteo silenzioso che sfilo' per le vie cittadine con solo le bandiere della DC ma a cui parteciparono tutte le forze politiche e sindacali e soprattutto tanti, tanti cittadini. Quel momento fu, a mio parere, l'inizio dela sconfitta politica per le BR che persero definitivamente l'aggancio con il popolo. Non va dimenticato infatti che in un primo momento era opinione comune della sinistra che non si potesse equiparare l'estremismo di sinistra a quello di destra. Ciò che accadde dopo è storia. Sicché mi piacerebbe sapere da voi che come me quel periodo lo avete vissuto dove eravate e quali sono state le vostre impressioni.
Michele Perrone

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