Ripensare la sinistra, senza rinunciare alla sinistra (di Michele Perrone)


Per un commento ai risultati elettorali forse sarebbe opportuno lasciare trascorrere ancora qualche giorno. Crediamo però che valga la pena di esprimersi a caldo per stimolare un dibattito tra di noi, gli aderenti e simpatizzanti di FoggiaInsieme, ma anche quanti a diverso titolo seguono la nostra Associazione.
Che l'esito del voto per il PD sarebbe stato negativo era fatto scontato, ma bisogna ammettere che le proporzioni sono eclatanti; così tutti ci attendevamo un balzo in avanti di M5S, ma non in questa misura.Allo stesso modo sapevamo che il centrodestra sarebbe stata la prima coalizione ma non ci aspettavamo certo che Salvini superasse Berlusconi. A questo proposito credo che si possa prendere atto che questa tornata elettorale statuisce la definitiva uscita di scena di Berlusconi che anche per limiti di età non sembra più in grado di avanzare pretese egemoni all'interno dello schieramento di centro destra.
Gli scenari futuri sono tutti da costruire a causa di una legge elettorale sciagurata fatta apposta per non garantire la governabilità.
Pensare ad un governo di scopo che produca una diversa legge elettorale che sia in grado di dirci la sera stessa delle elezioni chi governerà in Italia mi sembra ipotesi irrealizzabile perché le forze politiche antepongono al bene del Paese i loro interessi personali.
Che cosa è dunque accaduto e come vanno interpretati i successi di Lega e Cinquestelle? Io credo che si tratti di due fenomeni diversi ma che entrambi prendano le mosse dal malessere diffuso che permea la nostra società. Vi è come sempre voglia di cambiamento ed insoddisfazione per il modo in cui le cose sono andate finora. La Lega ha basato la sua campagna sul timore del forestiero, del diverso, del terrorista che viene a compiere attentati, dello straniero che viene da altri Paesi a sottrarci posti di lavoro, case, ricchezze, a stuprare le nostre donne, a spacciare droga. Ha puntato il dito contro l'Europa che ci toglierebbe molto più di quel che ci dà, che ci assegnerebbe un ruolo di comprimari mentre la trazione sarebbe tedesca. Ha insomma basato la sua campagna elettorale sul nemico esterno che sarebbe la vera causa di tutti i nostri mali.
E questo in un territorio, come il Settentrione, in cui il lavoro c'è, l'economia è in crescita, sicché ci si preoccupa di preservare quello che si ha.
Il Movimento Cinque Stelle si è presentato come il nuovo, come un aggregato di facce giovani e pulite che intende sostituire la vecchia politica. Ha lanciato proposte che non possono non trovare il plauso di tutti, quali ad esempio la riduzione dei compensi alla casta od il reddito di cittadinanza. Ha assunto nei confronti dell'Europa un atteggiamento ondivago, dapprima di opposizione e poi di adesione critica.
Ha trovato enormi consensi al Sud, e questo è segno evidente che il Meridione continua ad essere il grande malato del Paese, che i Governi che si sono succeduti lo hanno trascurato e che permangono tutte le criticità: la ripresa di cui tutti parlano qui da noi non si vede, permane altissima la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, la sicurezza è a rischio, la criminalità organizzata prolifera, il vivere civile è messo in discussione. È normale che in una simile situazione, quando i partiti tradizionali non riescono neppure a fare clientelismo, la gente si rivolga al nuovo quanto meno per sperimentarlo. Io non demonizzo i Cinque Stelle, ma non li ritengo risposta valida. Li trovo populisti e non credo nelle loro capacità gestionali :qualcuno può forse dire che a Roma è cambiato qualcosa con la Raggi? Quanto poi all'onestà ed alla moralità, vanno dimostrate gestendo. Un amico mi ricordava che quando i socialisti approdarono in maggioranza ed iniziarono a governare insieme alla DC, a chi gli chiedeva quale sarebbe stato il loro apporto Nenni rispose che avrebbero portato al governo la loro competenza ed onestà: tutti sappiamo come è andata a finire. Aggiungo poi che la onestà non è un contenuto bensì un contenitore e che un Paese come il nostro non può permettersi di attendere che chi lo governa impari a farlo. Quanto poi alle proposte in tema di economia, sono molto curioso di vedere come concretamente possano essere realizzate. Alan Friedman, economista, qualche giorno prima delle elezioni si augurava che tutte quelle proposte economiche che le forze politiche avanzavano fossero solo promesse elettorali perché, se una sola fosse stata assunta, ciò avrebbe significato il default per l'Italia.
Temo invece Salvini e le sue idee, la sua xenofobia, il suo antieuropeismo,
Credo dunque che vi sia bisogno di una sinistra valida, che non rincorra fantasmi del passato, che prenda atto che il muro di Berlino è caduto da tempo, sicché non c'è più spazio per un partito a sinistra del PD. Del resto, lo hanno già detto gli elettori ed il risultato elettorale di un D'Alema lo conferma.
Rabbrividisco quando sento Grasso che parla di costituire un nuovo partito a sinistra del PD mentre trovo molto più sensato chi si iscrive al PD per contribuire dall'interno a rifondarlo.
Dunque, il tentativo di dare una spiegazione al fallimento del PD - che è fallimento di Matteo Renzi – deve prendere le mosse dal referendum. Averlo personalizzato a tal punto da essere divenuto non un referendum su temi economici ma un referendum su Renzi stesso è stato un errore clamoroso, ma fa parte del personaggio. Di questa occasione hanno approfittato tutti quelli che dall'interno del PD volevano sbarazzarsi di un segretario divenuto scomodo. Del resto la sindrome del cupio dissolvi è sempre stata elemento intrinseco alla sinistra. Sinistra che si è sempre contraddistinta per essere un esercito di generali mentre a destra bisogna riconoscere che Berlusconi è riuscito ad essere un generale con un esercito.

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