La democrazia diretta di Casaleggio: ma il gioco vale la candela? (di Michele Perrone)
Davide Casaleggio ha scritto una lettera al Washington Post per illustrare perché il M5S ha vinto le elezioni in Italia. Lo ha spiegato sostenendo che i Cinque Stelle hanno per primi capito che i partiti tradizionali sono ormai defunti sicché bisognava ricorrere a nuove forme di aggregazione del consenso e che questa forma è la rete. Ha specificato che mentre l'acquisizione del consenso costa enormemente ai partiti tradizionali, il Movimento 5 Stelle ha invece raggiunto gli elettori a costi ridottissimi. Ha infine spiegato che con la rete si realizza la cosiddetta democrazia diretta, tramite la quale si conferirebbe al cittadino una nuova centralità nella società sicché la politica sarebbe diretta profanazione dei desiderata della base. In realtà i commenti degli osservatori stranieri sono stati tutt'altro che entusiastici ed hanno fatto rilevare le incongruenze ed i pericoli che una simile impostazione rischia di produrre. Ma andiamo oltre e vediamo che cosa Casaleggio preconizza. Ritiene Casaleggio che la democrazia rappresentativa, per delega, sia ormai tramontata e vada sostituita da quella diretta; solo così si potrà trasferire il potere al cittadino. Non sono un politologo ma mi permetto di non essere per nulla d'accordo con questa tesi e, come dico sopra, sono in buona compagnia. Aggiungo che questa prospettiva mi spaventa perché non è chi non ne veda i rischi connessi, tanto più ora che – vedi combinazione!- è esplosa la questione Zuckerberg. Che i dati e la gestione dei dati siano una vera fonte di potere non sfugge a nessuno e non sfuggiva nemmeno prima a chiunque vi avesse anche superficialmente meditato. Che la conoscenza e la gestione dei dati condizioni pesantemente le nostre vite è sotto gli occhi di tutti noi: quante mail propagandistiche riceviamo appena mostriamo interesse per un certa specie di prodotti? E quanti siamo indotti ad acquistare da questa pubblicità martellante?
Sfatiamo comunque una leggenda : i Cinque Stelle non hanno ottenuto i voti sulla loro proposta, non sono stati votati per, ma contro. Voglio cioè dire che il voto ai Cinque Stelle, che è esploso soprattutto al Sud, è stato il voto di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese, di chi si sente trascurato, di chi constata che il Sud è sempre più abbandonato al proprio destino, di chi insomma non si sente tutelato da questa società. È normale che tale status si addebiti a chi governa. Ma attenzione, se andiamo a vedere nei precedenti vent'anni notiamo che mai nessuna parte politica che abbia governato è stata riconfermata alle successive elezioni. Vi è stata una alternanza costante, una volta il centrodestra ed una volta il centrosinistra, al contrario di altri Paesi, ad esempio la Germania in cui la Merkel mantiene intatto il suo consenso da svariate legislature.
Dunque, anche questa volta non si è votata una linea politica ma si è votato contro chi ci ha governato finora perché gli si è imputato di non aver saputo risolvere i problemi del Paese, della gente. La differenza questa volta è stata che ci troviamo di fronte non più ad un sistema bipolare, bensì tripolare, il che rende la situazione più difficile.
Andando poi al nocciolo della questione, democrazia diretta è termine affascinante ma vuoto perché fasullo.
Democrazia diretta forse poteva essere quella vigente ad Atene ai tempi di Pericle, ma coinvolgeva un numero limitato di persone le quali a loro volta, come la storia ci ha detto, erano facilmente influenzati dal demagogo di turno, da chi parlava meglio o da chi si faceva supportare da gruppi di facinorosi, come del resto avveniva a Roma. La democrazia della rete, poi, è tutta da dimostrare perché, come è stato acutamente osservato, è unidirezionale in quanto scorre dall'alto verso il basso e non viceversa. Una prima domanda è doverosa : a questa democrazia diretta partecipano soltanto gli iscritti al Movimento 5 Stelle? E chi non la pensa come loro che fa? Non ha diritto di interloquire? Ma a che cosa hanno partecipato finora gli iscritti al Movimento e soprattutto che cosa hanno deciso? Hanno deciso le candidature? Ma se è sotto gli occhi di tutti che Di Maio ha avuto l'ultima parola scremando e modificando le scelte dei territori!! Risulta forse che qualche proposta del capo – intendo Grillo- sia stata non dico cambiata ma almeno modificata dalla base? La democrazia rappresentativa ha certamente i suoi difetti ed i suoi limiti, che sono essenzialmente i difetti ed i limiti dei rappresentanti, la cui pochezza è sotto gli occhi di tutti. Ma io non penso che la si possa sostituire con la democrazia della rete : affidereste mai a soggetti non qualificati la risoluzione di problemi che riguardano il Paese? Quando parlo di soggetti non qualificati non presuppongo che i cittadini non siano all'altezza dei politici : ritengo non qualificato chi non abbia piena cognizione dell'argomento, allo stesso modo in cui rabbrividisco quando nei talk show sento giudicare, valutare sentenze da parte di chi non conosce le carte processuali. Si può contestare l'operato di un medico senza visionare la cartella clinica del paziente e senza avere cognizioni mediche?
Io non ho preconcetti contro il Movimento 5 Stelle : attendo di vedere che cosa faranno, perché quello è l'unico banco di prova. A quell'atleta dell'antichità che si vantava di aver saltato cinque metri a Rodi fu risposto :"Qui è Rodi, qui salta!" Ora tocca ai Cinque Stelle saltare : che saltino!!
Parlando di democrazia diretta, mi è venuto in mente un racconto di fantascienza di Robert Sheckley che lessi tanto tempo fa e che si chiama "Un biglietto per Tranai".
In uno spazioporto terrestre vi era un vecchio spaziale che se ne andava in giro chiedendo a tutti i capitani di navi interstellari se dovessero andare a Tranai, un mondo lontanissimo, ove era stato tempo prima e dove non vedeva l'ora di ritornare. E poiché nessuno conosceva Tranai, lui lo descriveva : era un mondo di sogno, in cui tutto era perfetto, tutto andava per il meglio, con una società all'avanguardia in tutti i settori. Insomma, era per dirla con il Candide di Voltaire "il migliore dei mondi possibili". Tra le altre cose che rendevano la vita su Tranai veramente degna di essere vissuta vi era anche il sistema politico, fondato sulla vera democrazia diretta esercitata dal popolo in persona di ciascun cittadino. Il sistema era semplice : la responsabilità di governo era affidata a chiunque volesse assumersela, con un'unica condizione : gli si appendeva al collo una catena contenente una carica esplosiva. Qualunque cittadino munito di diritti civili poteva, per manifestare il suo dissenso sull'operato del governo, schiacciare un apposito pulsante posto in una delle tante cabine situate in strada e far saltare a testa a chi governava. Potrebbe essere una soluzione, una valida applicazione della democrazia diretta.
Michele Perrone
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